venerdì 31 gennaio 2014

Breve storia di Porto San Giorgio

Nel 1164 Porto San Giorgio era annoverato tra i possessi del Capitolo dei canonici del duomo di Fermo.
Nel 1214 il marchese Aldobrandino d’Este, rettore della Marca di Ancona, concesse a Fermo l’uso del Portus Sancti Georgii, ceduto in affitto solo nel 1266 dal Capitolo alla città, con un contratto tacitamente rinnovabili ogni 50 anni, dietro il pagamento di un canone annuo di 100 lire da dedurre dai proventi dello scalo. Nel caso gli introiti avessero superato la cifra stabilita, l’eccedenza sarebbe andata a Fermo, se invece fossero stati inferiori, sarebbero dovuti andare per intero al Capitolo del duomo.

Durante la podesteria di Lorenzo Tiepolo a Fermo (1266-67), quest'ultimo fece costruire la rocca, che tuttora porta il nome del futuro doge di Venezia. Portus Firmi, com’era allora chiamato il castello, era retto da un vicario del Podestà di Fermo, affiancato da un Consiglio di Credenza formato dai rappresentanti dell’oligarchia locale. Per amministrare le rendite afferenti al movimento delle merci, era nominato annualmente dai Priori fermani un Massario Portus.
Negli anni 1362-67, durante la signoria fermana di Giovanni Visconti da Oleggio, vennero realizzate le nuove fortificazioni intorno alle attrezzature portuali. Nel 1362 Morrone di Giovannuzzo, procuratore di Fermo, con l’assenso di Giovanni Visconti d’Oleggio, stipulava un contratto con i muratori mastro Antonio di mastro Giacomo, mastro Giacomo, mastro Giacomo di Claudio, Iacomuzzo di Tommaso e Massio di Claudio, per la costruzione di un muro di fortificazione intorno alle attrezzature portuali di Porto Fermo.
L'abitato di Portus Sancti Georgii era protetto da un baluardo in muratura parallelo al litorale. Dalle due estremità dello sbarramento partivano due mura che proseguivano fino alla spiaggia, che allora arrivava all'altezza della Strada Statale Adriatica, aperte nella parte terminale da arcate realizzate vicinissime alla costa.
Dal xvii secolo il mare andò lentamente ritirandosi, spostando quest'ultima dov'è ora. Dalla seconda metà del xvii secolo sono documentati i primi tentativi di edificare al di fuori del perimetro urbano, dove il mare aveva lasciato il posto ai cosiddetti relitti di mare (estensioni di spiaggia creatasi in seguito al ritiro del mare, ad un ritmo di circa 2 metri annui). Tuttavia, la fascia costiera rimarrà a lungo poco abitata, per il pericolo rappresentato dai pirati turchi. Fermo aveva poi imposto il divieto di costruire edifici per la profondità di 1.000 passi dalla linea di spiaggia. Inoltre i terreni non erano certo adatti all'edificazione, tanto che solo nel 1842, quando Luigi Salvadori Paleotti junior dette inizio a una grande opera di bonifica, attraverso le cosiddette colmate (riempimento di fossi e lagune ottenuto convogliando in loco, per mezzo di canali, acque torbide che contengono e lasciano sedimentare materiali solidi), i relitti di mare poterono essere destinati all’edificazione. 
Negli ultimi fine del xix secolo l’abitato arrivava oltre la strada ferrata Ancona-Pescara, inaugurata nel 1880. La ferrovia è stata la prima e più massiccia causa della trasformazione urbanistica del territorio comunale. Le strade ferrate, ribaltarono il tradizionale rapporto tra la costa e l’interno, collegarono in linea retta i piccoli comuni che si affacciavano sul litorale dell’Italia centro-meridionale, tagliando così fuori dalle direttrici del traffico nazionale la maggior parte dei capoluoghi posti nell’entroterra (tanto che Porto San Giorgio, poteva quasi superare per abitanti la stessa Fermo).
Il quartiere Marina, tra la stazione, affacciata verso il paese antico, ed il mare, era raggiungibile unicamente attraverso sottopassi e passaggi a livello. La "divisione", data dalla strada ferrata, portò alla creazione di due parti cittadine distinte quella “storica” e quella “balneare”. Nel nuovo quartiere vennero costruite dalla borghesia marchigiana villette in stile liberty, limitandosi tuttavia a giustapporre a semplici villini dalle forme classiche, elementi decorativi tratti dal nuovo stile allora di moda.
Nel 1927, con decreto ministeriale, Porto San Giorgio ottenne il titolo di “Stazione di Cura, Soggiorno e Turismo”.
La “Marina di Porto San Giorgio”, inaugurata nel 1985, è un porto turistico-peschereccio  della cittadina.





Per un maggior approfondimento debbo rimandare al mio studio pubblicato nel volume del 2006 Porto San Giorgio, la storia, la gente e i giorni, a cura di Andrea Livi

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